Parchi e Politica

Il ricorso a una società a partecipazione pubblica per la gestione delle aree naturalistiche territoriali non era una necessità bensì una opportunità per farlo in modo efficiente e appropriato.

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Questo sia perché si riducevano i meccanismi politico-burocratici rispetto a quelli intrinsechi nelle gestioni direttamente istituzionali, sia perché le aree rappresentano un’entità sovracomunale. In particolare, una società ha la possibilità di prendere decisioni e gestire il personale in modo flessibile e rapido.

Per questo fu creata la Societa Parchi s.p.a. attuale il 18 luglio 1993 per iniziativa dei Comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Suvereto e Sassetta e di soci privati, ai sensi dell’art. 22 della legge 142/1990 .

Ovviamente è importante però che le decisioni programmatiche derivino da un controllo politico da parte delle amministrazioni locali; e infatti è ciò che avviene negli ultimi anni, da quando sono usciti i soci privati.

Per contro, un territorio gestito da un organismo sovracomunale è meno direttamente e univocamente controllabile dalla politica locale (e localistica): questo per l’interesse collettivo tendenzialmente è un bene, perché si evitano i rischi che un’amministrazione miope devii l’interesse di tutela del territorio verso mire produttivistiche.

Tuttavia bisogna stare attenti che non si prendano pieghe di stampo pseudo-privatistiche tali da coinvolgere interessi di parte, ma questo dipende dalla volontà e coerenza delle amministrazioni comunali che ne fanno parte.

Adesso sembra che i Comuni vogliano svincolarsi per avere loro tutte le redini decisionali sul proprio territorio e in controllo dei benefici economici.

I cittadini, disinformati e seguendo l’attuale politica nazionale, tendono a considerare ogni ulteriore struttura come uno spreco.

Invece il modello delle società di emanazione pubblica è conveniente e in centro Europa rappresenta un modello molto positivo, essendoci amministrazioni “serie”.

I cittadini e l’ambiente hanno tutto da guadagnare.

Quello che si dovrebbe capire è che bisogna chiedere di essere tenuti informati dell’operato, delle decisioni e dei bilanci, in modo trasparente e partecipare attivamente ove possibile.

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