Istanze alla riapertura della cava “Broccatello Della Gherardesca

Come da titolo, pubblichiamo l’istanza che abbiamo registrato al protocollo del Comune di San Vincenzo oggi in data 30 ottobre 2014, in relazione alla possibile riapertura della cava del Broccatello della Gherardesca nel Comune di Castagneto Carducci, ma confinante con il nostro Comune per soli 500mt circa presso San Carlo.

La società promotrice MDM Marmi di Maremma, ha fatto richiesta di uso delle strade vicinali  che dovranno essere adattate a tale scopo, nello specifico delle Rozze dell’Acquaviva e strada vicinale del Verdello.

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La nostra istanza richiama l’articolazione a tutela dell’ambiente, del paesaggio, dell’identità turistica del nostro Paese, che si ritroverebbe per l’ennesima volta a combattere con transito di camion, inquinamento ambientale, devastazione del territorio, perdita di valore turistico e si rivelerebbe una scelta a favore di pochi, ma a danno di molti.

Ad oggi, danni strutturali e pericoli sul nostro territorio sono stati evidenziati anche con l’opera di riempimento del porto di Piombino; danni sul manto stradale, inquinamento ambientale da NOX, pericoli che un tale transito di TIR comporta.
Da un rapporto di Legambiente sull’attività estrattiva per l’anno 2014, si mette in evidenza come la crisi, stia mostrando tutti i suoi effetti anche nel settore delle attività estrattive.

Come riportato nel nostro articolo precedente non si comprende la convenienza nel perpetuare una politica di cementificazioni e distruzione dell’habitat, quando invece, dovremmo preservare i nostri luoghi in quanto attrazione turistica e bene comune dei nostri figli.

Riprendendo il rapporto di Legambiente…

Come conseguenza della contrazione degli investimenti nelle costruzioni si riducono il numero delle cave attive, i prelievi di sabbia e ghiaia (-43% dal 2009), i consumi di cemento (-22% dal 2011), il numero dei cementifici e delle imprese attive.

Di sicuro però la crisi non può essere una scusa per rinviare interventi indispensabili a cancellare finalmente condizioni di illegalità, di devastazione del territorio, di speculazione ai danni di beni comuni che caratterizzano larga parte delle Regioni italiane.

Inoltre se si guarda con attenzione ai cambiamenti che stanno avvenendo nel settore delle costruzioni si comprende come oggi vi siano tutte le condizioni per cambiarlo nella direzione di una innovazione ambientale che è l’unica possibilità di uscita dalla crisi con più lavoro e un diverso rapporto con il territorio e le comunità intorno.

Va in questa direzione la Direttiva 2008/98 che fissa al 2020 di raggiungere per il recupero dei materiali inerti quota 70% (oggi siamo sotto il 10%), ma anche la domanda di un mercato sempre più attento alla sostenibilità e tracciabilità dei materiali da costruzione, e lo pretende un paesaggio devastato da migliaia di cave attive e abbandonate.

l’Italia continua a detenere un vero e proprio primato continentale con una media di oltre 432 chili di consumo pro capite di cemento per ogni cittadino a fronte di una media europea di 314.

Le cave attive sono 5.592 mentre sono 16.045 quelle dismesse nelle Regioni in cui esiste un monitoraggio.

A fronte di numeri così impressionanti i canoni di concessione pagati da chi cava sono a dir poco scandalosi. In media nelle Regioni italiane si paga il 3,5% del prezzo di vendita degli inerti.

Ancora più incredibile è la situazione delle Regioni dove si cava gratis: Basilicata e Sardegna. Ma anche Valle d’Aosta, Lazio e soprattutto Puglia dove si chiedono pochi centesimi di euro per cavare inerti.

Le entrate degli enti pubblici dovute all’applicazione dei canoni sono ridicole in confronto ai guadagni del settore. Il totale nazionale di tutte le concessioni pagate nelle Regioni, per sabbia e ghiaia, arriva nel 2012 a 34,5 milioni di Euro rispetto a 1 miliardo di Euro l’anno ricavato dai cavatori dalla vendita, un dato che rimane sbalorditivo.

In Puglia nel 2012 si sono cavati di soli inerti 10,3 milioni di metri cubi che fruttano 129 milioni di euro di introiti ai fortunati cavatori che rendono al territorio solamente 827mila euro l’anno…Ma anche dove si paga canoni leggermente superiori, come nel Lazio ed in Valle d’Aosta il rapporto tra le entrate regionali e quelle delle aziende è di 1 a 40.

Per fare esempi concreti nel Lazio la Regione ricava meno di 4,5 milioni di euro contro quasi 190 milioni del volume d’affari con i prezzi di vendita.

tratto da: Rapporto CAVE 2014 di Legambiente

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Istanza

“In merito alla riapertura della cava “Broccatello Della Gherardesca”

In merito alla riapertura della cava “Broccatello Della Gherardesca”  sita sul Romitorino nel comune di Castagneto Carducci ma, in verità, appena dietro San Carlo e notificata tale volontà anche al Comune di San Vincenzo da Marzo 2014, dalla società promotrice MDM Marmi di Maremma.

Premesso che il Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico ( PIT ) ai sensi dell’art.143 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, al CAPO VIII bis “Compatibilità paesaggistica delle attività estrattive” comma 1 Articolo 18 bis –

Norme generali

1 –  Ai fini della verifica di compatibilità con i valori (statutari/patrimoniali) espressi dal territorio riconosciuti dalle elaborazione del Piano, le nuove attività estrattive e le varianti di carattere sostanziale ai fini paesaggistici delle attività estrattive esistenti sono sottoposte a valutazione paesaggistica.

Ai sensi  dell’ articolo 5, del D.P.R. 357/1997 e art. 1 dove nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico – ambientale dei siti di importanza comunitaria.

Visto il confine Comunale e il percorso di accesso che è su SP 39 ( Aurelia ) e così composto da due strade vicinali: una delle Rozze dell’Acquaviva e una del Verdello;

Visto che il tracciato si trova in area sottoposta a Vincolo Idrogeologico e il ripristino e/o ampliamento di tale collegamento è soggetto al DPGR 48/R/2003;

Visto che tale istanza richiede una valutazione da ritenersi indipendente dalle eventuali prese di posizioni del Comune di Castagneto Carducci in merito alla concessione di autorizzazione  di riapertura della cava in oggetto;

Visto l’attività turistica del nostro Comune e che nonostante le rassicurazioni da parte del proponente a proposito del basso impatto ambientale che avrà la riapertura della Cava Broccatello della Gherardesca;

Considerato che il passaggio sul suolo Comunale di camion e similari, danneggerebbe sicuramente, habitat, ambiente e vocazione turistica della nostra città, aggravando la crisi già pesante del settore, nonché contribuirebbe alla distruzione del patrimonio naturalistico delle nostre zone, che sappiamo essere un bene primario per portare avanti la ovvia fonte di reddito dei maggiori operatori del settore del commercio sanvincenzino.

Si richiede al Sindaco e Giunta Comunale di prendere posizione netta e chiara contro la riapertura della cava Broccatello della Gherardesca, per tutto quanto sopra.

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