FERMARE IL CONSUMO DI SUOLO…ora!!!!

In alcuni dei nostri primi incontri, nel 2013, vennero individuate azioni che sarebbero dovute servire agli enti locali per limitare il consumo di suolo.

La realizzazione di un censimento dell’invenduto e dello sfitto, attuando dei progetti e/o processi perché domanda e offerta s’incontrino, era una delle azioni possibili, ma sarebbe servita anche una moratoria sulle nuove costruzioni, il poter calibrare l’Imu andando a premiare chi affitta la propria seconda casa e si sarebbe infine reso utile che il fondo per l’abitare di Cassa Depositi e Prestiti non avesse dovuto realizzare nuovi interventi di housing sociale, ma semmai investire per inserire nel mercato a canone convenzionato le abitazioni invendute.

San Vincenzo è l’esempio della non lungimiranza e insensibilità sul tema, purtroppo… lo è sempre stato con le amministrazioni che negli ultimi decenni, si sono susseguite, amministrazioni sempre di chiara fazione politica.

Attraverso un percorso denominato “Piano Strutturale partecipato”, circa 40 cittadini parteciparono nel 2010 (l’ultima giornata di incontri fu il 26 Giugno), alla stesura, discussione, concertazione delle nuove linee guida che avrebbero dovute essere a supporto del nuovo PS di San Vincenzo.

Purtroppo sembra che questo percorso partecipato sia stato poco utile alle amministrazioni comunali di San Vincenzo (Biagi/Bandini), forse lo sarà stato alle casse di SOCIOLAB, per il resto però ha inciso minimamente, visto la riconferma più o meno ampia, dei mq lasciati in eredità dal vecchio PS del 1998 e praticamente riconfermati più o meno nel nuovo PS.

Così parlava in Consiglio Comunale l’allora assessore all’Urbanistica (ottobre 2009) Bandini:

“…il processo di partecipazione, sarà un processo di partecipazione attiva, non passiva, non di semplice comunicazione, ma di partecipazione vera e propria e su questo ne facciamo un cavallo di battaglia, forse non successo anche degli anni precedenti, dove veramente la gente verrà chiamata, insieme alla Amministrazione Comunale, a fare le scelte della nuova urbanistica, della gestione del territorio del nostro Comune.”

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Ma venendo alle considerazioni…

Per sostenibilità delle costruzioni si intende edificare con impiego di modalità, tecniche e materiali tali da minimizzarne l’impatto ambientale e sanitario.

In pratica attuare i criteri della bioedilizia e architettura bioclimatica, massimizzando l’impiego di materiali naturali, durevoli, riciclabili, a filiera NON lunga e con il minimo consumo di combustibili fossili, con ciclo di vita sostenibile, tali anche da evitare insalubrità… inoltre, attuare efficienza nell’uso delle risorse, in particolare impiegando fonti rinnovabili.

A San Vincenzo ci sono 6.967 abitanti per circa 7.800 abitazioni. Abbiamo quindi 1,2 abitante (circa) per ogni casa, a San Vincenzo ci sono 4.800 seconde case…

Considerando la crescita demografica della Nostra cittadina, si suppone che il costante incremento di costruzioni abitative sia da imputarsi al solo settore delle “seconde case”, portatrici di quote IMU.

Lo Stato di attuazione del Piano Strutturale approvato nel 1998, parla di 134.992mq realizzati tra nuove costruzioni e ristrutturazioni, con un residuo di irrealizzato di 43.229mq totali.

Nel NUOVO PIANO STRUTTURALE approvato il 5 Agosto 2015 con delibera n. 76, si parla di 90.800mq complessivi da realizzare nei prossimo 15 anni di cui 46.500mq di nuove costruzioni.

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C’è da dire che il dimensionamento di progetto del nuovo Piano Strutturale per il nuovo da edificare, riguarda la funzione residenziale, commerciale, turistico ricettiva, direzionale, produttiva ed agricola, ivi comprese le attività complementari e l’agriturismo.

I dati sopra sono significativi e mostrano una ipotetica fotografia di cosa sarà San Vincenzo nei prossimi anni.

L’attuale primo cittadino precisava e dettava parole, durante la stesura del suo breve programma elettorale, che senza mezzi termini, sono state vanificate dalle decisioni prese.

“Zero e a Capo”, più che uno slogan sembra oggi un epitaffio. L’attuale maggioranza, San Vincenzo C’è, lista PD, così scriveva nel suo programma di mandato elettorale Maggio 2014 : ” Dal Piano Strutturale appena adottato emerge chiaramente qual è la strada che vogliamo percorrere: azzerare il consumo di suolo favorendo il recupero di aree già urbanizzate e riqualificazione del patrimonio esistente. In questo contesto s’inserisce la necessità di incoraggiare la residenzialità, soprattutto per giovani coppie e ad anziani, anche attraverso misure che agevolino la ristrutturazione degli edifici esistenti secondo il principio del contenimento energetico dei consumi, della qualità architettonica e della sicurezza antisismica”

È chiaro che sfugge qualcosa ed è anche chiaro che non si è capito che il cambio di direzione non è solo uno slogan del Partito Democratico… ma obbiettivo obbligatorio.

Per “Consumo di Suolo Zero” si intende invertire la tendenza di una pianificazione urbanistica basata sulla crescita del nuovo costruito, puntando invece sulla riqualificazione dell’esistente e poco conta dire che il vecchio Piano Strutturale prevedeva costruzioni residue. 

L’attività di costruzione edile rimuove lo strato superficiale del terreno, dove è concentrata la maggior parte della sostanza organica e parte dello stoccaggio di carbonio organico, che viene rilasciato come gas serra a causa della mineralizzazione, vanificando l’azione millenaria dei processi naturali, responsabili della formazione del suolo. E questo chiarisce il danno ambientale che facciamo ogni volta che edifichiamo, cerchiamo almeno di non farlo a sproposito.

Salvatore Settis, già Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, vive in Toscana ormai da molti anni.

Scrittore, autore di saggi, esperto d’arte, archeologo, Settis su San Vincenzo, dove ha la residenza estiva, fu il primo nel 2008 ad indignarsi per come la cittadina balneare si stesse cementificando e distruggendo parte di un patrimonio territoriale di proprietà anche dei cittadini, come viene sancito nell’art. 9 della Costituzione Italiana. 

“Purtroppo, continua Settis in una sua recente intervista, i Comuni vivono di oneri di urbanizzazione che oggi sono spesso quasi la loro unica risorsa. A questo si aggiunge una legge, la Bassanini, che consentì di usare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. Poco dopo il governo Berlusconi, tagliò i fondi ai Comuni, che oggi per sopravvivere si sentono costretti a svendere i loro territori.”

L’attuale governo a guida PD non ha certo rimesso a posto la faccenda fiscale, sposando evidentemente la decisione di Forza Italia, malgrado (ancora) le promesse di Renzi, spese proprio in tal senso.

L’inversione di marcia, il CAMBIA-VERSO, parola che ad alcuni PERSONAGGI ultimamente, riempie la bocca, dovrebbe essere fatta/o di consapevolezza.

Parlare di cambiamento quando NON si ha la volontà nemmeno di iniziare a cambiare, più che di presunzione, sa molto di ipocrisia e inganno.

Una delle prerogative che il MoVimento5stelle si è sempre prefissato prima di criticare, è il proporre una possibile soluzione, un’alternativa.

Con un testo più o meno complesso, depositato in comune a San Vincenzo nel Settembre 2014,  si suggerisce la riqualificazione dell’Area Feste, sita in zona impianti sportivi, (ma un’area simile poteva essere individuata in altre zone di San Vincenzo). Lo scopo della proposta, che conteneva linee guida per una riconversione edile attraverso un “polo tecnologico in Bio-Edilizia con annesso PeR ( parco energie rinnovabili ), era la ristrutturazione, ripartenza di un settore in crisi, attraverso la sostenibilità dello stesso…quindi la svolta del settore EDILE.

Dopo incontri con architetti e tecnici, discussioni, l’amministrazione di San Vincenzo è ancora indecisa.

http://sanvincenzo5stelle.altervista.org/blog/area-feste-san-vincenzo-workshop-e-rinnovabili/

Ad oggi ci sono in programma su San Vincenzo e San Carlo nei prossimi anni, costruzione di nuove abitazione e annessi,  per 11.500mq  con destinazione residenziale, 1200mq con destinazione commerciale,  12.500mq per la destinazione turistico-ricettiva, di cui 8000mq nel sistema ambientale della tenuta di Rimigliano, 800mq con destinazione direzionale, 5500mq con destinazione produttiva,  e 15.000mq con destinazione agricola….e ci sta’ che ci siamo dimenticati qualcosa.

Questo per Loro è il massimo del cambiamento!!!

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