…così il saggio dimori nel mondo.

“Come l’ape raccoglie il succo dei fiori senza danneggiarne colore e profumo, così il saggio dimori nel mondo”

(Gautama Siddharta, il Buddha)

Il concetto che dovremmo comprendere a fondo è che tutto ciò che modifica il naturale andamento del ciclo del carbonio e quindi dei cicli naturali della biosfera, crea interferenza, difformità, surplus, inquinamento e modificazione dei normali cicli naturali e quindi sbilanciamento degli ecosistemi.

Il ciclo, che ormai da qualche anno ( miliardi ),  fa sì che gli equilibri naturali regolino la vita vegetale e animale su questa terra, si chiama “Ciclo del carbonio” e lo riassumiamo in poche parole: con la fotosintesi, il carbonio presente in atmosfera come anidride carbonica, viene fissato in composti organici come carboidrati, grassi, proteine e altre molecole biologiche, poi attraverso la respirazione da parte degli esseri viventi, quindi animali e vegetali, una quota di questo carbonio incamerato viene reimmesso in atmosfera o nelle acque.
Questo loop si ripete continuamente, ogni secondo, ogni ora, ogni giorno, ogni mese, ogni anno, ogni millennio…e cosí via.
Dovremmo meravigliarci che ancora ci sia qualcuno che crede che gli animali, gli ecosistemi, gli habitat e i suoi cicli, siano al servizio del mammifero più numeroso sul globo terrestre!!?

L’uomo dovrebbe umilmente riconoscere che non tutto, su questo mondo, è sua disposizione e che qualsiasi cosa esso tocchi o modifichi, in cascata, porta a conseguenze. NON tutto quello che a noi torna comodo, torna comodo anche alla biosfera, ai suoi habitat, ai suoi ecosistemi.
La reclusione delle API sono un esempio di come l’uomo sfrutti a suo uso e consumo, senza considerarne le conseguenze, risorse e forze, in questo caso di altri esseri viventi, che partecipano ai cicli biologici della natura.

La SCIAMATURA, reazione scomoda per gli apicoltori, denota le caratteristiche della Natura che  altro non fa che promuove la preservazione dei cicli sulla biosfera.

L’età della Regina ( se la regina ha più di due anni è considerata vecchia e da sostituire ) la fertilità ( la Regina per deporre larve che origineranno femmine, usa gli spermatozoi che ha conservato nella spermateca, quando questi stanno per finire le api se ne accorgono e cambiano la regina con una nuova ), lo spazio a disposizione delle api ( cioè fisicamente la famiglia di api non ha più spazio per svilupparsi e quindi decide di dividersi ), lo stato di salute o sanitario delle famiglie infestate o ammalate ( quindi le api usano la sciamatura come ultimo tentativo di liberasi dell’infestazione ), il clima mite e la disponibilità di cibo favoriscono la crescita della famiglia di api e ne stimolano la sciamatura, la posizione più o meno soleggiata dell’alveare perché se le api sono sempre al sole sopratutto nei mesi estivi molto caldi, queste tendono a cercarsi un luogo più fresco e  molte altri fattori che la Natura predispone, sono i motivi della sciamatura delle api.

La schiavitù, istigazione alla produzione del miele e derivati, pesticidi, inquinamento dell’aria… e chi più ne ha più ne metta, tendono ad favorire la morte di questi piccoli ma importanti esseri.

Ma cosa potrebbe succedere se le api scomparissero o almeno una parte di esse continuasse a diminuire?
Alcuni esempi?
In alcune zone della Cina, a causa dell’inquinamento ambientale, le api sono state eliminate e per impollinare gli alberi da frutto e altre piante si mobilita i soldati o semplici operai al costo di circa 9 euro al giorno, questi salgono con scale sugli alberi e utilizzano delle piume per impollinare i fiori.
In India alcune multinazionali reclutano i bambini dai 6 ai 12 anni che lavorano anche 12 ore al giorno, sotto il sole, per impollinare ad una ad una le piante delle piantagioni intensive di cotone. Negli Stati Uniti le api vengono allevate e poi riversate sui campi a milioni, impollinano e muoiono dopo poche ore per ovvi motivi.
È un sistema accettabile? È un sistema che può andare avanti molto?

Se non ci interessa vederlo dal punto di vista della Natura o etico…guardiamo il lato economico. Se già oggi le famose pere del Sichuan, in Cina, devono essere impollinate a mano e le mandorle della California, equivalenti all’80% della produzione mondiale, costano il doppio per colpa del collasso degli alveari, è facile immaginare il seguito. Rimpiazzare l’opera delle api con l’impollinazione manuale per tutti gli Stati Uniti, in base alle stime, avrebbe un costo annuale di 90mila miliardi di dollari, con ricadute devastanti sul mercato globale delle materie prime alimentari. E in Europa, dove il problema è altrettanto grave, non siamo distanti da quelle stime. Solo l’Australia, per ora, è stata risparmiata.

abejas muertasE ALLORA NOI CHE FACCIAMO? Mettiamo in campo le nostre conoscenze ( e poche coscienze ) per salvare le API!!!
Monsanto, che ha lanciato il suo primo Bee Health Summit, ha reclutato il Nobel Craig Mello, padre del silenziamento transgenico, nel suo centro Beeologics, per tentare di ingegnerizzare delle super-api resistenti agli agenti patogeni.
Bayer aprirà il suo terzo centro studi sulla salute delle api in North Carolina.
L’università svedese di Lund ha sviluppato un supplemento alimentare a base di acido lattico, SymBeeotic, per rafforzare le loro difese.
Si arriva fino agli esperimenti per rimpiazzare le piccole operaie con mezzi meccanici, primo fra tutti quello di un manipolo d’ingegneri di Harvard, specializzati in microrobotica.
Le Robobees, il più piccolo apparecchio costruito dall’uomo in grado di volare, sono capaci di sbattere le ali 120 volte al secondo e di librarsi come un’ape, ma per riuscire a comporre uno sciame adatto all’impollinazione artificiale, in grado di auto-alimentarsi e di prendere decisioni autonome, ci vorranno altri 10 anni di studi, secondo Rob Wood, il capo del team di Harvard.

Ma non basterebbe invece, eliminare gli agenti patogeni e la perdita dell’habitat, della malnutrizione, delle pratiche dell’apicoltura industriale, che sposta gli alveari da un continente all’altro propagando le epidemie, la selezione genetica commerciale, che elimina la biodiversità delle colonie e riduce le difese immunitarie e favorisce le infestazioni degli acari, della Varroa e dell’Acarapis….senza considerare le radiazioni elettromagnetiche??
Parliamoci chiaro, se “l’industria” degli apicoltori fosse intesa come piccole e appassionate realtà, questi problemi non ci sarebbero… ma la richiesta del prodotto sempre maggiore e le politiche che mettono in difficoltà chi lavora con un certo rispetto e comunque con un minimo impatto, favoriscono i “mostri” delle multinazionali che, in breve tempo, avranno pieno e assoluto potere anche su questa produzione.

Del resto gli apicoltori stessi, scrivono tra le righe che la sciamatura è un atto naturale delle api e privare Loro di farlo è contro natura:

“Come tutti gli anni, all’inizio della primavera, dopo aver risistemato gli apiari reduci dall’inverno, ci troviamo di fronte ad un potenziale in famiglie di api, che già ci fa pregustare maturatori pieni di miele. Però………, ahimè c’è un ostacolo, che si presenta inesorabile a renderci la vita difficile, quasi fosse il prezzo che le api ci fanno pagare per il loro lavoro, prima di regalarci tutto il loro prodotto.
Questo prezzo è la SCIAMATURA.
Chiariamo innanzitutto agli occhi dei profani cos’è la sciamatura e perchè avviene. Le api sono degli insetti che svolgono l’importantissimo compito di impollinare i fiori, favorendo così la fecondazione dei frutti esistenti in natura.
Sembra che ne siano così coscienti, e si siano così responsabilizzate in questo loro ruolo, che il loro motto penso sia “crescete e moltiplicatevi”, e popolate tutto il globo terrestre, affinchè non un solo fiore possa restare sterile sulla faccia della terra. E che ne sappiamo noi, che Dio non abbia parlato anche a loro, e anche loro non abbiano un libro della Genesi?”

http://www.apicolturaonline.it/sciamatura.htm

“La compassione e l’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono”…ma forse Charles Darwin, non conosceva ancora molto bene la razza umana, quando azzardò pronunciare queste parole.

MoVimento5stelle San Vincenzo

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