Il Giorno della civetta – etimologia… di un paese

Salvatore Giuliano, La Piovra, Il Padrino, Gomorra, I Cento passi, Romanzo Popolare, Il Giudice ragazzino; Pio La Torre, Dalla Chiesa, Falcone, Francesca Morvillo, Borsellino, Puglisi  e ancora Beppe Alfano, Casalegno, De Mauro, Cristina,  Fava, Francese, Impastato, Siani, Spampinato Tobagi… i Film, Politici, Magistrati, Giornalisti, carabinieri poliziotti e poi… MAFIA.

“La “credenza in un mondo giusto” sostiene che le persone meritino ciò che ottengono e per questa teoria le persone che credono in questa ipotesi ritengono che il mondo sia un luogo dove le persone buone vengono ricompensate e le persone cattive punite.

La dissonanza cognitiva è una situazione dove credenze, nozioni, opinioni contemporaneamente in un soggetto, in relazione ad un tema, si trovano a contrastare funzionalmente tra loro. Ad esempio, quando un soggetto disprezza in maniera esplicita e chiara  i ladri, ma compra un oggetto a un prezzo troppo basso e non intuisce che la provenienza di tale oggetto potrebbe essere non lecita.

Ne deriva un concetto di anomia. Anomia come mancanza di norme sociali, di regole atte a mantenere, entro certi limiti appropriati, il comportamento dell’individuo. Inoltre poiché per alcuni come Durkheim, le regole morali vengono sempre codificate in leggi, l’anomia non si configura solo come mancanza di norme sociali, ma soprattutto come mancanza di regolazione morale.”stretta

Una mafia che cammina quindi a braccetto con la società. Una mafia che ci coinvolge tutti, una mafia insidiosa.

Dobbiamo prendere in considerazione che un nostro vicino di casa, un parente o un amico possa essere anche inconsapevolmente parte di quell’ingranaggio del sistema mafioso. In un piccolo paese la mafia può attecchire più facilmente grazie alla connivenza di una parte della società, non considerarlo significherebbe sostenerla. Qui la responsabilità della politica e delle istituzioni, a riprova che l’infiltrazione mafiosa non si è indebolita ma rinsaldata.

Mafia Capitale Roma, nasce dalle molteplici collusioni politiche formatesi nei piccoli centri abitati, dove l’elettore delega l’eletto, grazie a complici attivi: tecnici, avvocati, imprenditori, ingegneri, architetti, commercialisti, l’interfaccia del collegamento tra mafia, Pubblica Amministrazione, Politica con risultati devastanti nel tessuto economico del paese, incrementandone la dipendenza inquinando il sistema (appalti pubblici, subappalti, noli) dei Lavori Pubblici, sulle Municipalizzate.

Le piccole comunità ne sono assuefatte, non vedono non vogliono vedere, tutto gira attorno a loro ma niente se non qualche commento sui social, e qui… la mafia funziona.

Una comunità disinteressata, inerte ignorante e connivente, un paese fatto di parole di fastidio senza impegno, un paese contro tutte le mafie ma poi cerca la spintarella la raccomandazione, il posto libero al parcheggio, la multa da togliere, la tassa ingiusta… e lo spirito mafioso diventa più forte perché siamo un po’ tutti mafiosi dentro.

Gelosie invidie alimentano l’egoismo, ottimo alleato inconsapevole della mafia.

Si parla sempre meno di mafia e in nessun Paese si legifera come in Italia a difesa della criminalità, siamo maestri della corruzione, la Politica nazionale e Locale ne è beneficiaria. La mafia con le sue radici i suoi valori (li ha), con il suo linguaggio si è introdotta grazie agli spazi che le Istituzioni hanno lasciato, la mafia strumentalizza la giustizia, il rispetto, l’amicizia, tutto in cambio della propria libertà, la mafia ha saputo adattarsi e sa gestire, la mafia è discreta ammiccante, un perfetto sodalizio con le lobby, influenzando le scelte della Cosa Pubblica, appalti pubblici grazie ai rapporti illeciti dei rappresentanti della Pubblica Amministrazione con imprenditori che si accordano su progetti prima ancora che questi vengano pubblicati, accordi che fanno desistere potenziali avversari dal parteciparvi, non essendoci nessuna procedura concorrenziale, portando così gli onesti imprenditori al fallimento trascinando con se dipendenti e famiglie.

Una volta per la procedura degli affari si andava davanti all’ufficio postale, si lasciava in bianco la percentuale al ribasso e poi si contrattava, oggi  si va a prendere l’istruttoria di un appalto in un ufficio tecnico Comunale e la pratica risulta perfetta…

Beh! L’accordo è a monte, ricordate il commercialista l’avvocato l’ingegnere l’architetto il geometra… un aperitivo, una cena, stesso bar, stesso ristorante , stessa pasticceria, sono tra “amici” parlano liberamente, un rapporto mafioso che agli occhi del normale cittadino ha il solo significato di una cena… normale, anzi forse un pizzico di invidia. Dire cosa sia la mafia è più difficile di quanto lo fosse in passato, oggi la mafia coincide con la società che la combatte. Il politico intasca la tangente consapevole dell’omertà, perché la storia della mafia è la nostra, abituati ormai a valori distorti, allo sfruttamento del debole da parte del potere, favorendone il gioco mancando di volontà.

Nel piccolo paese la mafia ha gettato il suo seme. Un terreno fertile concimato dall’ipocrisia, facendo emergere il mafiosetto di zona che ostenta la sua sicurezza, la sua ricchezza preoccupandosi del più debole difendendo solo il proprio egoismo con quel suo fare accattivante, quell’immagine pubblica che vuole dare di se, provocando emozioni tali da favorirgli la simpatia della piccola comunità. E la gente si ritrova in piazza a festeggiare ciò che è stato fatto per distrarre da quella morsa che stringe, per poi ritrovarsi sui social a parlare soddisfatti di quanto è stato bello e non di quanto sia stato speso, sui rifiuti sull’acqua sull’edilizia… del resto c’è chi nel territorio del piccolo comprensorio si occupa della mafia.

Ci sono le associazioni come quella di Libera, che avrebbe però bisogno di un cambiamento, associazioni che assomigliano troppo a un Partito, sono organizzate, hanno Dirigenti vogliono tesserati, capita di vedere ai loro incontri “pubblici” di presentazioni di eventi o libri, un pubblico presente più per forma, per etichetta che per vero interesse, insomma un capolavoro di ipocrisia, infatti dovrebbe essere noto che uno degli sponsor sia UNIECO, un colosso cooperativo emiliano dai nomi notoriamente mafiosi, quindi Libera? …Può essere considerata una contraddizione di se stessa, avendo il monopolio di molti terreni confiscati che in minima parte vengono riassegnati, questo potrebbe far pensare che Libera è legata alla politica con all’interno referenti politici… ci sono? SI!

Alla conclusione dei fatti descritti in minima parte, possiamo ben dire che al cittadino risulta più facile piangere per il morto di mafia, più comodo per l’Amministrazione onorare la memoria di Falcone Borsellino in date ormai segnate da quelle bombe che li hanno fatti saltare per aria con la loro scorta… più facile per l’associazione parlare del solito personaggio e non guardare il compagno di banco.

Il piccolo paese ostaggio dell’ arroganza omertosa.

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