Bolkestein: l’ultima spiaggia…libera

Con il Decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, si aprono le porte al Federalismo Demaniale, cioè al trasferimento a titolo gratuito dei beni statali che sono sul territorio di competenza di Enti Locali, quindi anche i Comuni, che dovranno decidere come valorizzarli, anche ai fini di un’eventuale successiva vendita.
In breve, nel caso in cui decidessero di alienarli o di trasferirli a fondi immobiliari, il 75% delle risorse derivanti dalla vendita di tali beni, che prima erano pubblici, dovrà essere destinato a ridurre il debito che potrebbe aver creato ad esempio, un Comune, verso lo Stato, banche, ecc., oppure in mancanza di debito, la stessa percentuale ricavata dalle vendite, dovrà essere destinata a spese di investimento, mentre il restante 25% delle risorse confluirà nel fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.

La Bolkestein, formalmente direttiva 2006/123/CE, è una direttiva dell’UE relativa alla liberalizzazione dei servizi nel mercato europeo comune, presentata dalla Commissione Europea nel febbraio 2004.
Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi, ha curato e sostenuto questa procedura, che per semplicità ha successivamente acquisito il suo nome.

Bolkestein-640x240Il processo di approvazione della suddetta legge venne criticato e a suo tempo interrotto in seguito alle forti polemiche nate intorno ad essa.
Tale disposizione venne indicata anche come la prova di una deriva liberista che, secondo la sinistra radicale, i verdi ed alcune formazioni sociali, stava investendo l’Unione Europea.
L’animata discussione sulla proposta di norma ebbe anche riflessi in altri campi e fu individuata come una delle cause della disaffezione dei cittadini europei verso le istituzioni.
Fu considerata inoltre, una delle ragioni del fallimento del referendum francese, nonché di quello olandese, sulla Costituzione europea.

Il 12 dicembre 2006 la proposta di orientamento, fu definitivamente approvata dal Parlamento e Consiglio Europeo, fortemente corretta e aggiustata rispetto alla proposta di origine, divenendo la direttiva 2006/123/CE. Venne quindi pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (L 376) il 27 Dicembre 2006; fu recepita dall’Italia mediante il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 2010.

L’uscita su G.U. dell’ 23 Aprile 2010 in Italia, innescò una ricerca serrata per tentare di eludere il decreto che trascinò con se l’approvazione della legge n. 25 del 26/2/2010 con il quale convertì in legge il decreto “Milleproroghe”, dove si eliminò il secondo periodo dell’art. 37 del Codice della navigazione, sopprimendo il diritto di insistenza per il rinnovo della concessione, al punto “Concorso di più domande di concessione”.

La situazione attuale in fatto di concessioni balneari, ha posticipato la data del 31 dicembre 2015 in scadenza, a favore di una proroga fino al 2020, dove il comma 18, del D.L. n. 194/2009, ne ha disposto l’attuazione.

Ma tornando alla famosa e discussa direttiva Bolkestein, cosa raccoglieva tale proposta, essenzialmente?
Il principio generale portante si ispira alla famosa sentenza Cassis de Dijon del 1979 secondo la quale se un bene è prodotto e commercializzato legalmente in uno stato europeo, gli altri stati membri non possono limitarne la circolazione bensì presupporre la sua conformità. Questo è il principio della mutua fiducia.

La normativa rientra quindi, nel quadro della strategia di Lisbona e propone quattro obiettivi principali.

In primis, facilitare la libertà di stabilimento e la libertà di prestazione di servizi nell’Ue, perchè i servizi rappresentano il 70% dell’occupazione in Europa e la loro liberalizzazione aumenterebbe l’occupazione ed il Pil europeo.
In secondo luogo rafforzerebbe i diritti dei destinatari dei servizi, promuoverebbe la qualità dell’offerta e, infine, si verrebbe a creare una cooperazione amministrativa effettiva tra gli Stati membri….almeno così crede la Commissione Europea.

Ora, perchè l’Italia non si è imposta a tutela dei propri cittadini, essendo uno dei principali firmatari e partecipanti alla formazione dell’UE ?… Magari forzando, anche parzialmente,  le scelte nel campo di applicazione della direttiva, che interessa molteplici attività come i servizi alle imprese quali, ad esempio, servizi di pubblicità, certificazione e collaudo, manutenzione degli uffici, i servizi collegati al settore immobiliare come le agenzie immobiliari, l’edilizia, la distribuzione, l’organizzazione di fiere, agenzie di viaggio e i servizi ai consumatori, cioè i servizi ricreativi, guide turistiche, servizi nel settore del turismo.

L’Italia invece che ha fatto? Nel Febbraio 2010, sopprime il diritto di insistenza per il rinnovo della concessione e in Marzo 2010 accetta il decreto legislativo n. 59 che porta la proposta di decreto Bolkestein anche in Italia, il 28 maggio 2010 si aprono le porte al Federalismo Demaniale con il d.lgs. 85/2010.

Insomma, dopo tutta questa disquisizione di normative, cosa dobbiamo pensare? Che tutto sia stato messo in atto per facilitare la vendita dei nostri beni Comuni?

E a livello Comunale, cosa succederá quando sará il momento di fare delle scelte?

A Voi le conclusioni, ma ricordiamoci che….
La preoccupazione del legislatore deve essere il bene della collettività: “l’utilità generale” deve costituire il criterio orientativo in materia di legislazione. Conoscere il bene che giovi agli interessi della comunità, è scienza, ricercare i mezzi per realizzare questo bene, è arte.

“Lasciamo che il futuro dica la verità, e giudichiamo ciascuno secondo le proprie opere e obiettivi” (Nikola Tesla).

…anche se secondo noi il futuro ce lo hanno già rubato.

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