” In idrologia e ingegneria ambientale con il termine rischio idrogeologico si intende il rischio connesso all’instabilità dei pendii. Le possibili conseguenze sull’incolumità della popolazione e sulla sicurezza di servizi e attività su un dato territorio, sono dovuti alle conformazione dei terreni, dei corsi d’acqua e quindi condizioni ambientali che coinvolgono le acque piovane e il loro ciclo idrologico una volta cadute al suolo.”
Questo è quello che tecnicamente viene scritto a proposito di Rischio Idrogeologico…peccato che come al solito, si conosca la teoria ma si disdegni le buone pratiche; basta guardare la carta allegata: la zona in marrone chiaro è dichiarata a rischio idrogeologico e…quanto dista dal confine comunale??
Questa semplice analisi è ufficializzata da carte e documenti come quello che state vedendo nell’immagine allegata a questo articolo.
Quindi, viene da chiedersi in alcuni casi chi si possa ritenere responsabile.
Tecnicamente parlando,riusciamo a cementificare anche l’impensabile. Non credete? Eppure quello che succede normalmente è questo!
Gettiamo una platea di cemento anche per posare una semplice casetta di legno…e la chiamano edilizia sostenibile o bio architettura!
Dobbiamo sapere che in realtà, nel corso di attività edilizie, rimuovendo lo strato superficiale del terreno, dove è concentrata la maggior parte della sostanza organica, parte dello stock di carbonio organico, viene rilasciata come gas serra a causa della mineralizzazione, vanificando l’azione millenaria dei processi naturali, responsabili della formazione del suolo.
Tali interventi antropici spesso implicano anche una più o meno intensa deforestazione, andando così a diminuire significativamente gli stock di carbonio presenti nella vegetazione, senza considerare il ruolo fondamentale che hanno gli spazi verdi nell’assorbimento di CO2 e nella riduzione dell’impronta di carbonio da parte dell’uomo.
Infine, la capacità del suolo di immagazzinare acqua e l’assorbimento di pioggia nel suolo viene ridotta e, in molti casi, impedita completamente, con una serie di effetti sul ciclo idrogeologico.
Ecco perché costruire piattaforme di cemento come è stato…e viene fatto, a San Vincenzo: significa ancora NON aver ben chiaro cosa comporterà questa azione, che nel tempo ricadrà sulle generazioni a venire.
Immaginiamo quindi le conseguenze dell’apertura di un’altra cava nella nostra zona, l’asportare volumi e substrati a monte per riempire indebitamente zone geo-strutturalmente diverse a valle, perseguendo un sistema di lavoro vecchio e obsoleto atto solo a destabilizzare equilibri già precari, stravolgendo la pedogenesi del suolo, responsabile della formazione millenaria dello stesso.
La trasformazione del suolo agricolo in area cementificare, inoltre, produce impatti anche sull’agricoltura, come è naturale…e qui rientriamo nelle infelici scelte sulla Tenuta di Rimigliano.
Noi abbiamo un modello di sviluppo sbagliato che punta solo alla crescita (economica) infinita in un sistema del “qui e ora”, che sta inevitabilmente collassando. Questo noi lo continueremo a dire all’infinito anche se questo può sembrare soltanto una piccola goccia nel mare, … ma è quella goccia a dare significato a ciò che stiamo facendo in attesa che si risveglino le coscienze e che la gente inizi ad informarsi…a quel punto verrà da sé capire.
MoVimento5stelle San Vincenzo